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Basterà un’iniezione di tecnologia a sollevare il mercato dell’auto?

Basterà un’iniezione di tecnologia a sollevare il mercato dell’auto?

Mercato che langue, tecnologia che impazza. Sembra questa la filosofia di lancio delle nuove autovetture, che le case automobilistiche fanno a gara per presentare sul mercato. 

 

Come se il calo pesantissimo del 2012 riguardasse la poca appetibilità dei modelli anziché le scarse risorse dei portafogli familiari.

E se la Commissione Ue ha destinato la quota più grossa degli aiuti del fondo europeo per la globalizzazione, agli ex lavoraytoi del settore auto (11,9 milioni di euro solo per i 2.089 ex dipendenti di PSA Peugeot-Citroen in Francia), da qualche parte si deve cominciare e il comparto ha pensato bene di giocare la partita sui gadget tecnologici, tra divertimento, certo, ma soprattutto per la sicurezza. Dal sistema MyKey, che si basa sul riconoscimento della chiave utilizzata per l'avviamento da parte dell'auto, che si imposta con i limiti di velocità desiderati (rassicurando i genitori che prestano l’auto ai figli), all'Emergency Assistance, che in caso di incidente telefona automaticamente al 112, segnalando l'accaduto e la posizione dell'auto ricavata attraverso il Gps di bordo, sembra di stare a un mega lunapark per adulti. Basterà davvero?

In realtà, all’italiano, pare, l’auto serve ma se non ce l’ha si arrangia. Stando ai dati freschi freschi del Natale mai come adesso fa furore anche in Italia il car pooling. Basta treni (disastrosi) e aerei (in perenne ritardo): meglio collegarsi a uno dei siti dedicati tipo Blablarcar o Avacar, tanto per citarne due (il primo europeo, l’altro tutto made in Italy) e cercare il “passaggio” che fa per noi. Si trovano indicati data ora, luogo di partenze e di arrivo e i posti liberi. Dove? Sull’auto di un privato che però vuole dividere le spese del viaggio. Raccolte le adesioni ci si da appuntamento e si parte. Si divide il viaggio e si risparmia. E il prezzo è già stabilito in partenza.

Certo, forse sarà un sistema che darà da lavorare alle Compagnie di assicurazione, perché le condizioni non sono quelle esclusivamente del trasporto privato gratuito, ma nemmeno di quello a fini di lucro. 

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