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Figlio mio, non t’azzardare

Figlio mio, non t’azzardare

Sono studenti, tra i 14 e i 19 anni, soprattutto residenti al Sud. Un esercito invero, “censito” in un milione e 240mila. Per che cosa si caratterizzano?

Perché giocano d’azzardo.

Il recente studio pubblicato dall’Osservatorio “Young Millennials Monitor – Giovani e Gioco d’Azzardo” di Nomisma-Unipol in collaborazione con Università di Bologna rivela uno scenario inquietante. Dal campione, molto rappresentativo, di scuole secondarie di secondo grado italiane, con la partecipazione di oltre 11.000 ragazzi dai 14 ai 19 anni, questo emerge: che i ragazzi scelgono di tentare la fortuna per vincere denaro. Il gratta-e-vinci la fa da padrone.

Ma perché, nel corso del 2016, il 49% dei giovani studenti italiani ha tentato la fortuna almeno una volta?

Per curiosità ( il 21% dei giocatori)

Per divertimento (18%).

Perché giocano  familiari o amici (11%).

Per la speranza di vincere denaro (11%).

Ma quello che colpisce di più, nello studio, è l’identificazione di una fascia a rischio dipendenza. Adottando uno strumento di screening riconosciuto a livello internazionale (il South Oaks Gambling Screen – Revised For Adolescents, SOGS-RA), capace di identifica la presenza di eventuali comportamenti di gioco problematici, è emerso che un 5% degli studenti italiani rivela già un rapporto problematico con il gioco d’azzardo.

 

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