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Il lavoro nei campi accoglie i giovani

Il lavoro nei campi accoglie i giovani

La campagna è “storia di famiglia”. Si tratta davvero di un mestiere che ancora passa di padre in figlio, e che trova, nel Belpaese, la sua spina dorsale proprio nei legami di sangue.

Ma come favorire il passaggio del testimone? Come spingere i “patriarchi” a incentivare il turn over?

Tutta questione di imposte. Non c’entrano orgogli (o non così tanto almeno…), né bisogno di accentrare il controllo: quello che sta strozzando l’ingresso nelle aziende agricole, nelle campagne dunque, dei giovani è lo spaventoso carico fiscale. Ragione per cui, a fine maggio, la Coldiretti ha presentato al nuovo governo una «carta» per riattivare l'occupazione nei campi. La prima richiesta: sospensione del pagamento di imposte e contributi per cinque anni alle imprese familiari in cui si concretizza la staffetta generazionale.

Necessario anche per evitare quel fenomeno sempre più diffuso dei quarantenni con la “paghetta” (1 su 4 dice un sondaggio Coldiretti/Swg). E che ci sia “fame di imprenditoria” da parte dei giovani lo dimostrano i numeri: sono quasi 59mila le imprese giovani iscritte alle camere di commercio, pari, secondo la Coldiretti al 7% del totale, ma con una spiccata qualificazione. Il 70% opera in attività multifunzionali e i 2/3è certificata.

Insomma voglia e competenza ci sono. Come si fa a dire di no?

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