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Dalle piante imparano tutti (anche le aziende)

Dalle piante imparano tutti (anche le aziende)

   

 

 Rose, ulivi, piante di limoni, e poi orto, lavanda, piante officinali: basterebbero già i nomi a far scattare la fascinazione, nomi che rimbalzano dalle favole più antiche alle abitudini quotidiane di un tempo. Un tempo nemmeno troppo lontano, quando la campagna dettava le regole e gli orari. E se quel tempo è rimasto, nei ricordi d’infanzia di molte delle generazioni cresciute nel bell’arco di colline che dalla città di Verona conduce alla generosità del Lago di Garda, quella memoria è stata tessuta e orchestrata con l’imprenditoria tipica italiana. Fatta di conoscenza, ricerca, duro lavoro e, naturalmente, passione. Non a caso Coltiviamo passioni è l’andante scelto dal gruppo Flover, per testimoniare una storia che, lo si vede bene, sa fare del passato il miglior trampolino per il futuro.

Mentre si attendono nuove  aperture di punti vendita (ad Affi è in progetto uno spazio innovativo e futuristico), ristrutturazioni e “remise en forme” di quelli storici, dialoghiamo di fiori con Gianpaolo Girelli, titolare, con i fratelli Silvano e Sergio, di Flover, dal 1980 sulla scena della floricoltura internazionale

 

Cominciamo dalle rose

R: La rosa è il fiore per eccellenza, capace di ricordare i vari eventi della vita. È un fiore che in giardino non può mancare: i risultati che dà sia a livello di fioritura continua, in generale da maggio fino a ottobre, sia per varietà cromatica ne fanno la regina indiscussa.

Le aziende europee più importanti da cui ci riforniamo, – la francese Meilland o in Inghilterra David Austin-,  hanno cercato in questi anni di orientare la produzione di ibridi verso rose a fioritura costante, studiate per durare negli anni e seguire il percorso di crescita del giardino, e delle persone che lo hanno creato e lo abitano. Sono fiori di solito molto profumati, che crescono a grappolo e presentano alcune varietà straordinarie.

Penso alla rosa del Bardolino, una specie assolutamente straordinaria, che svolge anche un ruolo di “sentinella” per le pianti di vite da cui si ricava il famoso vino, vicino a cui va messa. Come? Segnalando la presenza di patologie con una settimana di anticipo rispetto al verificarsi della malattia sulla vite. In questo modo, permette un intervento repentino, prima che la vite si ammali. Sentinella perché tutela la vendemmia futura.

 

Insomma generose, queste rose…

È solo uno dei casi di utilità delle piante. Un’utilità che, in natura, non va quasi mai a scapito dell’aspetto anche estetico, di quella bellezza che in giardino si cerca. Lo testimoniano spesso i nostri clienti: si rivolgono a noi, in cerca di consigli, per avere informazioni dettagliate. Non siamo ancora ai livelli di inglesi o tedeschi, per esempio, dove quello del giardino è davvero un culto. Ma l’interesse c’è e molto vivo e se si spiegano con minuzia le cose, si incontrano persone disposte ad investire, a spendere per talune specie di più, perché il risultato, la differenza, alla fine, si nota. La gente oggi cerca nel giardino la bellezza nel senso più pieno della parola, perché il giardino diventa un luogo cui dedicarsi, dove apprendere insomma.

Le rose hanno da insegnare molto. Ne cito due esemplari tra loro diversissime. Da un lato, le siepi di banksiae, rose senza spine, molto diffuse nei giardini del Lago. Con un fiore molto piccole, quando fioriscono, in primavera e estate, creano davvero un’esplosione. Generosissime. Sono rose costanti, su cui fare affidamento sempre.

All’estremo opposto, la pierre de ronsard. Elegante, solitaria, ha un bordo di colore frastagliato. Fiorisce soltanto un mese l’anno. Ha una bellezza folgorante, e poi svanisce.

Credo che illustrare ai clienti queste caratteristiche permetta anche di scegliere meglio. Di accostarsi a una pianta più simile all’effetto che ci si attende dal giardino.

 

Che è poi un piccolo universo, non troppo diverso dal resto del mondo

Infatti quello che abbiamo appreso, in questi anni di Flover, è che il giardino ha anche una sua funzione emotiva. Stare nel verde porta benessere. Basta un appezzamento anche piccolo, un terrazzo con dei vasi. Se a casa il clima si fa pesante, se ci sono momenti di incomprensione, uscire e coltivare, sistemare le piante fa stare bene. Lo dimostra anche la pratica sempre più diffusa dell’orto.

Su terrazzo, nei giardini, una piccola lingua di terra regala grandi soddisfazione. Oggi è molto semplice renderla produttiva, perché le aziende hanno ideato dei kit appositi. Non solo, rispetto al giardino, l’orto ha il pregio di dare risultati a breve termine. Si pianta la lattuga e dopo tre settimane cresce, la si può mangiare. Anche i pomodori sono molto ricercati, oggi che ne sono state ottenute specie più resistenti alle malattia e poi piante officinali, aromi.

D’altra parte, in tutta questa zona, in un tempo nemmeno troppo remoto, ogni casa aveva il proprio pezzetto di orto, e una pianta di limone. Ricordo le case rurali, anche quella in cui siamo cresciuti noi. Nel’angolo più assolato, meno umido, lo si faceva crescere dentro a catini di zinco o di legno. E lo stesso si può dire per l’ulivo, che rimane una delle piante di riferimento per questa zona. Anzi, le modificazioni del clima permettono oggi di coltivarlo anche dove prima non era possibile. Ricordo che mio padre ripeteva spesso: “Lì non va bene, inizia cento metri più avanti”, che significava più in alto, sulla collina. Li ho piantati lo stesso (un po’ di intemperanza non guastava da ragazzi) e crescono rigogliosi.

Una pianta, l’ulivo, che dura centinaia di anni, non ha mai fine, e se manifesta problematiche, si può sempre curare. Nella zona di Castelletto si vedono piante con pochi centimetri di corteccia, ma vivono ugualmente. Sono centenarie. Paiono sculture del tempo.

 

Si attinge alla memoria, dunque.

Credo che i ricordi, se positivi, alimentino anche la passione, funzionino come molla per iniziare. Il percorso intrapreso in questi anni con Flover si è evoluto proprio “ricreando”, anche se naturalmente in forma di azienda, e quindi con logiche specifiche, quelle stesse suggestioni del nostro universo di infanzia della casa rurale che è un microcosmo che si alimentava da sé.

Siamo partiti con le piante, abbiamo diversificato in molti settori. Passando prima per i fiori recisi, inserendo l’oggettistica, e specificamente quella di Natale, ideando un villaggio, che s’ispira al sapore antico di Rottenburg, per arrivare allo zoo pet e settore pet food, con tanto di fattoria didattica, uno spazio aperto anche alle scuole, in cui si fa conoscere ai bambini un gusto della cura e della conoscenza che rappresenta un grande patrimonio, come accennavo prima, anche per la quiete e lo stare bene.

Molti dei bambini che sono venuti da noi con le classi tornano accompagnati dai genitori, perché vogliono condividere quello che hanno imparato.

 

Progetti per il futuro?

Procedendo in questa linea immaginaria che si ispira alla casa rurale d’infanzia, ci mancava la produzione. Per iniziare, la produzione della lavanda. L’abbiamo piantata in primavera su 4000 metri di terreno, a Bussolengo. Aspettiamo la raccolta a breve.

Saranno le api a segnalarci la fioritura matura. Aspettiamo che si posino sulle siepi. Quando se ne andranno, dimostrando di avere perso interesse, ebbene sarà quello il momento della raccolta. Per la produzione e il merchandising stiamo stringendo collaborazioni interessanti.

 

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